Cugini in guerra



Estate 1914, il mondo è sull’orlo della Prima Guerra Mondiale per una serie di vicende, simili a una reazione a catena, seguite all’attentato di Sarajevo nel quale hanno perso la vita il Granduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’Impero Austro-Ungarico, e sua moglie Sofia per mano di uno studente serbo-bosniaco di nome Gavrilo Princip. L’assassino fa parte di una congiura nella quale, fin da subito, appare chiara la complicità del governo serbo per cui l’Austria è decisa a muovere guerra contro lo stato slavo.

A spingere l’impero asburgico a muovere guerra al piccolo stato balcanico c’è la Germania del Kaiser Guglielmo II, il Secondo Reich, che in quel momento è una potenza militare ed economica di prim’ordine e ha mire espansionistiche smisurate. E’ lo stesso Kaiser che assicura al vecchio imperatore FrancescoGiuseppe, ormai ultra ottantenne, che si è visto privare del suo erede al trono, l’appoggio militare in caso di conflitto armato, incoraggiandolo a prendere la non facile decisione di dichiarare guerra.

Ma anche la Serbia ha un amico potente; essendo uno stato slavo di religione ortodossa, è spalleggiata dallo sconfinato impero russo dello Zar Nicola II il quale si dichiara pronto a difendere il piccolo stato balcanico ritenendo quella dell’Impero Austriaco un’aggressione senza alcuna giustificazione. In quel momento la Russia è uno stato conservatore e ultra reazionario retto da una dinastia imperiale, quella dei Romanov, che tra qualche anno sarà deposta con la Rivoluzione di Ottobre del 1917.

A rendere paradossale questa situazione, nella quale lo Zar Nicola e il Kaiser Guglielmo appoggiano, da parti contrapposte, due paesi che stanno per entrare in guerra, c’è il fatto che questi due personaggi così singolari oltre che potenziali nemici sono anche cugini, essendo entrambi nipoti della ReginaVittoria, sovrana britannica morta nel 1901 e personaggio carismatico al punto che il suo lungo regno è conosciuto come l’epoca vittoriana. I due cuginetti nelle loro corrispondenze private usano chiamarsi con i rispettivi diminutivi, Nicky e Willy.

Tra il 29 luglio e il primo agosto 1914 Nicky e Willy si scambiano una serie di telegrammi, tutti in inglese, in cui ognuno cerca di dissuadere l'altro dallo schierarsi a fianco del proprio alleato; Nicky chiede a Willy di intercedere per fermare l'Austria che ha dichiarato, sono parole sue, "una guerra ignobile contro un paese debole"; dal canto suo Willy cerca di far comprendere a Nicky la gravità dell'accaduto che legittima una reazione nei confronti di uno stato che si è reso responsabile di un crimine così efferato.

Sebbene il tono con cui i due si scrivono sia cordiale e affettuoso, nulla può fermare quella terribile spirale che ormai si è innescata e che porterà Russia e Germania in guerra l'una contro l'altra. A completare il quadro di famiglia c'è anche un terzo cugino, Re Giorgio V di Inghilterra, figlio di Edoardo VII, anch'egli nipote della Regina Vittoria, che entra in guerra contro il Kaiser Guglielmo quando è evidente che la Germania non ha alcuna intenzione di rispettare la neutralità del Belgio, nazione che sta molto a cuore al Regno Unito perché con i suoi porti assicura il contatto tra le Isole Britanniche e il continente.

E' rimasto famoso il comento del Kaiser che, parlando del tradimento che a suo parere aveva subito dai cugini Georgy e Nicky, che erano in guerra contro di lui, esclamò: "Se fosse ancora viva mia nonna, non lo avrebbe permesso"

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