Protagonisti nell'ombra

 


Quando si studiano gli avvenimenti del passato troppo spesso ci si concentra sugli episodi eclatanti e sui personaggi in vista senza tenere conto che ci sono tante persone che, pur non essendo state sotto i riflettori della storia, hanno dato il loro fondamentale contributo affinché gli eventi prendessero determinate pieghe piuttosto che altre. Ci sono uomini che, pur non avendo comandato eserciti in battaglia o partecipato a riunioni in cui si prendevano importanti decisioni politiche, hanno talmente influenzato gli avvenimenti del loro tempo tanto da poter affermare senza tema di smentita che "hanno fatto la storia".

E' il caso di due nomi che forse al grande pubblico non dicono molto ma che hanno contribuito a dare al corso di un avvenimento così importate come la Seconda Guerra Mondiale un andamento tale da imprimere svolte decisive per la vittoria degli alleati contro le forze dell'Asse Roma-Berlino-Tokyo.

Non si sono mai incontrati ne conosciuti e ognuno di loro ha svolto un'attività diversissima da quella dell'altro ma li accomuna proprio il fatto di aver dato un contributo silenzioso ma fondamentale fornendo informazioni che sono state sfruttate dai governi per i quali lavoravano al fine di prendere importanti decisioni in campo politico e militare.

Il primo (a sinistra nella foto) è Richard Sorge, giornalista tedesco che prima e durante il secondo conflitto mondiale, da Tokyo, inviava ampi e dettagliati reportage sul "Paese del Sol Levante" ai tre quotidiani germanici per i quali svolgeva l'attività di corrispondente; iscritto al partito nazista e legatissimo all'ambasciatore tedesco in Giappone era, in realtà, un tedesco comunista che lavorava per il servizio segreto militare dell'Armata Rossa fornendo a Mosca informazioni preziosissime sui piani militari e le decisioni politiche dei Giapponesi e dei Tedeschi. Fu lui che preannunciò a Stalin le intenzioni del Giappone di non attaccare l'Unione Sovietica consentendo lo spostamento di intere divisioni poste a difendere quel confine verso il fronte occidentale per contrastare l'invasione tedesca (Operazione Barbarossa) che fu effettivamente bloccata. Senza le informazioni di Sorge probabilmente i nazisti sarebbero arrivati a Mosca e la guerra avrebbe avuto ben altro esito. Sorge fu scoperto e arrestato dalla polizia Giapponese e, dopo un lungo processo, fu giustiziato la mattina del 7 novembre 1944, ma il suo silenzioso contributo allo svolgersi delle vicende è stato a dir poco fondamentale.

Il secondo (a destra nella foto) è un giovanissimo inglese, un genio assoluto della matematica che, pur non essendo notissimo ai più, nel mondo di questa disciplina è una vera e propria leggenda: Alan Turing. Reclutato tra tra gli esperti di Bletchley Park, il sito a 75 Km da Londra deputato alla decifrazione dei messaggi in codice, riuscì a decrittare il Codice Enigma, ritenuto assolutamente inattaccabile, con cui comunicavano i sommergibili U-Boot tedeschi. Poter leggere i loro dispacci, come è facile immaginare, diede agli alleati un vantaggio decisivo per le sorti della guerra navale nell'Atlantico. Fu un pioniere dell'Informatica e progettò il dispositivo che da lui prende il nome di "Macchina di Turing", una sorta di computer ante litteram in grado di eseguire istruzioni dopo opportuna programmazione. Dopo la guerra però a causa della propria omosessualità fu perseguito dalle autorità perché all'epoca in Gran Bretagna tale condizione era ritenuta reato e morì suicida, in circostanze mai completamente chiarite, il 7 giugno 1954 all'età di 42 anni.

Le vicende di questi due "protagonisti nell'ombra" della storia del ventesimo secolo ci dimostrano come la storia non sia fatta solo di epiche battaglie e grandi trattati, ma dalla vita di tutti e di ciascuno. Chiunque può essere un protagonista più o meno consapevole degli eventi che accadono, forse non tanto da influenzare il corso di un conflitto (si spera), ma sicuramente in grado di apporre il proprio sigillo su avvenimenti più o meno grandi che gli accadono intorno. Guardando le cose da questa prospettiva viene anche a cadere, o quanto meno ad attenuarsi, il "mito dell'eroe" tanto affascinante per le nostre fantasie ma che risulta oltremodo dannoso perché fornisce all'umanità una visione distorta che esalta in maniera a volte esasperata l'idea di protagonismo spingendo gli uomini, spesso in maniera totalmente arbitraria, ingiustificata e ridicolmente spettacolare, a fare di tutto per mettersi in mostra.  

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