Tacito e il Terzo Reich



De origine et situ Germanorum, meglio nota come Germania, è un’opera di Publio Cornelio Tacito scritta intorno all’anno 98 in cui l'autore esalta il popolo germanico descrivendone il coraggio in battaglia, la rettitudine dei costumi e la moralità. Dal momento che lo stesso Tacito non ha mai visitato i luoghi e le popolazioni che descrive si ritiene che abbia attinto ad informazioni contenute in un’opera perduta di Plinio il Vecchio. Addirittura alcuni studiosi moderni credono che in realtà il popolo di cui si parla non sono i Germani ma i Celti. 


La stesura originale dell’opera è andata perduta ma questa è confluita in un manoscritto miscellaneo del nono secolo, successivamente ampliato, contenente anche il Bellum troianum di Ditti Cretese e l’Agricola dello stesso Tacito. Dal momento che fu ritrovato nel 1902 nella biblioteca del Conte Aurelio Baldeschi Balleani a Jesi venne denominato Codex Æsinas cioè Codice Esinate. 


Durante il periodo della dittatura nazista di Adolf Hitler il Codex Æsinas fu oggetto di un grande interessamento da parte di Heinrich Himmler, capo delle SS, che convinse il furher a chiedere al suo collega italiano Mussolini di donarlo alla Germania. Il Duce in un primo momento accettò ma dovette piegarsi alle forti resistenze degli studiosi italiani e la donazione non venne mai effettuata. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 l’Italia divenne una nazione nemica per la Germania e i nazisti, senza troppi complimenti, irruppero nelle residenze dei Baldeschi Balleani, tra cui anche il palazzo di Jesi, senza però riuscire a trovare il manoscritto, ben nascosto in una cassa.


L’interessamento da parte nazista al Codex Æsinas era dovuto non solo all’elogio delle virtù del popolo germanico ma soprattutto ad un passo contenuto nel capitolo IV in cui apparentemente c’era la legittimazione della teoria sulla purezza della razza dal momento che l’autore scrive di essere d’accordo con l’idea che il popolo germanico, i cui individui si sposano solo tra loro, risulta una stirpe pura e uguale solo a se stessa. In realtà la situazione è piuttosto ambigua perché il manoscritto, nel trattare l’argomento, presenta la variante quamquam al posto del limitativo tamquam, forse presente in origine, modificando in maniera marcata il senso dell’affermazione.


Dopo la Seconda Guerra Mondiale il Codex Æsinas, prestato alla Biblioteca di Firenze, fu danneggiato durante l’alluvione del 1966. Prontamente restaurato, dal 1994 è custodito presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.  

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