Pericolosi baluardi


Il nemico del mio nemico è mio amico, questo vecchio adagio, messo in pratica molte volte nel corso delle vicende storiche, sembra una sintesi perfetta di quanto si dirà in questo questo articolo. Spesso, quando c'è un pericolo che incombe si tende a darvi la precedenza dimenticandosi di altre situazioni potenzialmente problematiche se queste possono essere di aiuto a risolvere o a tenere a bada l'allarme principale; poi, a lungo andare, ci si accorge che ciò che fino a quel momento è stato tollerato in ragione di un presunto bene superiore si rivela ancora più distruttivo.

Nel novembre del 1937 Lord Halifax, che di lì a pochi mesi sarebbe diventato ministro degli esteri del Regno Unito, in occasione di una visita in Germania, durante un colloquio con Adolf Hitler affermò che la Germania era il principale baluardo dell'Occidente per contrastare il pericolo costituito dai Bolscevichi che, con la Rivoluzione di Ottobre del 1917, avevano preso il potere costituendo, nel 1922, dalle ceneri del vecchio impero russo, l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Il pericolo del diffondersi dell'ideologia marxista-leninista era, all'epoca, in Europa Occidentale molto sentito per timore che potessero germogliare anche a ovest dei confini sovietici i germi della rivoluzione. Di fronte alla minaccia di un'Europa rossa il movimento nazista in Germania non solo era visto come un fenomeno meno preoccupante ma addirittura alla stregua di una risorsa per combattere il comunismo dilagante. Tutti noi conosciamo l'epilogo: Hitler, cavalcando l'onda di quello che in un primo tempo era sembrato un vento favorevole, aveva tirato sempre più la corda fino all'invasione della Polonia che diede il via alla Seconda Guerra Mondiale.

Nel settembre del 1980 Saddam Hussein, presidente dell'Iraq, invase l'Iran che da poco più di un anno aveva subito un avvicendamento al potere essendo stata rovesciata la monarchia dello Scià Mohammad Reza Pahlavi e sostituita con una repubblica islamica fondamentalista ispirata agli insegnamenti della sua guida spirituale, l'Ayatollah Khomeyni. Sebbene Saddam avesse già dato prova di essere un leader sanguinario che non esitava a mettere a morte gli avversari politici e altre ne avrebbe date in seguito bombardando con i gas tossici i villaggi dei Curdi che avevano mire secessioniste, nel momento in cui mosse guerra all'Iran e anche in seguito da non poche parti fu visto come una preziosa risorsa per combattere il diffondersi di ideologie totalmente invise all'Occidente. Solo nel 1990, quando invase anche il Kuwait, si capì che doveva essere fermato perché era lui stesso una grande minaccia per la stabilità di un'area che era, ed ancora oggi è, una vera polveriera.

Nel 1981 il generale argentino Leopoldo Galtieri, durante una visita negli Stati Uniti, fu definito da Richard Allen, consigliere del Presidente Reagan per la sicurezza nazionale, "un maestoso generale" per il suo impegno all'interno di un governo che veniva considerato, e qui la storia si ripete in maniera quasi grottesca, un baluardo dell'anticomunismo in America Latina. Non è un caso che molti gerarchi nazisti che riuscirono ad eludere il Processo di Norimberga alla fine del secondo conflitto mondiale si rifugiarono proprio in Argentina. Nel dicembre di quello stesso anno, Galtieri, che era stato messo da parte dal Generale Viola che aveva deposto il predecessore Videla, operò a sua volta un colpo di stato che lo portò al potere. A quell'epoca l'Argentina stava vivendo una crisi economica spaventosa e il "maestoso" Generale Galtieri, illudendosi di ridare lustro al suo paese e contando sull'appoggio degli "amici" americani, diede il via ai piani per occupare le Falkland, un gruppo di isole situato a 500 Km dalla costa argentina appartenente da quasi 150 anni alla Corona Britannica. Quando nell'aprile del 1982 scattò l'Operazione Rosario che portò ad una momentanea occupazione delle isole da parte degli Argentini, gli Inglesi reagirono prontamente inviando la Royal Navy che, nel giro di circa due mesi, liberò l'arcipelago causando come contraccolpo politico la caduta del Generale Galtieri.

Anche se la conoscenza della Storia non può essere messa al servizio delle previsioni per il futuro, come invece si illudeva Churchill, alcune regole che scaturiscono da fatti che più o meno similmente si ripetono possono essere ricavate, a patto che ci sia qualcuno disposto ad esaminare i fatti con obiettività, spirito critico e onestà intellettuale. L'illusione che un male maggiore possa essere vinto scendendo a compromessi con uno minore è sempre stata una fallace chimera che ha sedotto uomini politici in ogni epoca deludendo però alla fine le speranze di chi l'ha coltivata. Oggi più che mai c'è la necessità che i governi siano retti da uomini che sappiano leggere nel passato quei segni che consentano loro di costruire una obiettiva visione del presente, per lavorare alla realizzazione di un mondo in cui ci possa essere una equilibrata divisione delle ricchezze spianando quanto più possibile quelle disparità che sono la causa di innumerevoli conflitti. Ma forse questa è un'illusione ancora più grande. Ai posteri l'ardua sentenza.      

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