Dalla Terra alla Luna – un viaggio per la vita


Molto spesso è il mondo macroscopico che attira la nostra attenzione e suscita interesse; soprattutto davanti all’immensità dello spazio e alle distanze impossibili da misurare con i chilometri e che richiedono il ricorso agli anni-luce ci sentiamo pervadere da una sensazione di deferenza verso ciò che è più grande di noi. Ciò non vale solo per il mondo fisico ma anche per quello vivente: la visione maestosa di una balena che nuota a pelo d’acqua in una rapida e al tempo stesso composta successione di emersioni ed immersioni o la carica impetuosa di un branco di elefanti ci incutono un rispetto che difficilmente proviamo pensando ad esseri più piccoli e meno appariscenti.

Eppure il mondo microscopico ci riserva sorprese che nemmeno immaginiamo. Questo articolo vuole essere una finestra aperta su ciò che, pur essendo poco visibile o addirittura invisibile, è in grado di affascinare e interessare per la grandezza celata in pochi millimetri o addirittura millesimi di millimetro.   

Oltre la nostra capacità di visione esiste infatti un universo microscopico variegato e imprevedibile che da sempre si cerca di esplorare almeno quanto quello infinito che ci circonda; spesso però i risultati sono meno attendibili e precisi e ciò dimostra che ci troviamo di fronte ad un mondo che non svela facilmente i propri segreti proprio per la sua estrema complessità.

In questo articolo voglio presentare il “cammino” degli spermatozoi verso la cellula uovo per fecondarla.


Nell’uomo, a seguito del coito, gli spermatozoi vengono depositati nella
vagina; da questa, attraverso uno stretto canale che è la cervice uterina, arrivano nell’utero e risalgono le tube di Falloppio nella cui parte distale staziona la cellula uovo in attesa della fecondazione.


Nel suo romanzo
Dalla Terra alla Luna del 1865 Jules Verne, scrittore francese straordinariamente profetico che ha anticipato l’invenzione del sommergibile, immagina che un’associazione americana di artiglieri con sede a Baltimora abbia realizzato un cannone talmente potente in grado di colpire niente meno che la Luna.


Il nostro satellite si trova ad una distanza media dalla Terra di circa 300mila chilometri, corrispondente a circa sette volte e mezzo la lunghezza dell’
equatore terrestre. Gli uomini della Missione Apollo 11, che nel 1969 portò il primo uomo sulla Luna, spinti nella prima fase del loro viaggio dal potente razzo vettore Saturn V, impiegarono 4 giorni per arrivare a destinazione.


Per raggiungere il “luogo dell’appuntamento” con l’ovocita (cellula uovo) gli spermatozoi devono compiere un cammino che in molti hanno paragonato proprio al viaggio degli astronauti dalla Terra alla Luna non tanto per un discorso di proporzioni (il rapporto tra le dimensioni di un uomo e il tragitto Terra-Luna è circa 1 a 167milioni, mentre quella tra lo spermatozoo e il tratto vagina-utero-tube è circa 1 a 4000) quanto per i fatto che “i nostro eroi” non dispongono di alcun supporto tecnologico ma solo delle proprie forze e del nutrimento fornito dal muco cervicale.


Queste straordinarie cellule hanno una lunghezza di 50-60 mm
(micrometri) e uno spessore di 1 mm. Sono costituiti da una “testa” che contiene il materiale nucleare in assetto aploide e la vescicola acrosomiale cioè lo strumento per penetrare nell’ovocita, un “corpo” ospitante i mitocondri che devono fornire la grande quantità di energia richiesta, e la “coda” costituita da un lungo flagello che è l’organo locomotore.

Essi viaggiano ad una velocità compresa tra i 2 e i 3 millimetri al minuto e mediamente in poco più di un’ora sono in grado di coprire la distanza tra il luogo di deposizione e quello dove avviene la fecondazione che è di circa 20 centimetri. Ciò che però è degno di nota è che, tenendo conto che gli spermatozoi si muovono in un ambiente acquoso (in pratica non camminano ma nuotano), si è calcolato che la loro velocità si può paragonare a quella di un uomo che corre a 55 Km/h.

Se si fanno un po di calcoli ci si può rendere conto della straordinaria performance degli spermatozoi. Nel 2009 Usain Bolt, nel corso dei campionati mondiali di atletica disputati a Berlino, bloccò il cronometro della finale dei 100 metri piani dopo 9 secondi e 58 centesimi segnando una prestazione “ultraterrena” che ancora oggi costituisce il primato del mondo di specialità.

 

Tenendo conto che 100 metri corrispondono a 0,1 chilometri e che 9,58 secondi sono circa 0,0026 ore se si rapportano le due grandezze appena considerate viene fuori che durante il suo indimenticabile sprint il velocista giamaicano ha corso alla velocità di circa 38,5 Km/h, valore ben lontano dai 55 Km/h attribuito a uno spermatozoo.

Se poi consideriamo che Bolt ha corso per 100 metri mentre in proporzione è come se lo spermatozoo quella velocità la mantenesse per oltre sette chilometri non c’è dubbio che siamo in presenza di una prestazione veramente eccezionale.

Al di la di quelli che possono essere i calcoli matematici che già ci forniscono un quadro affascinante, trovo altamente suggestiva l’idea che ogni vita inizi inevitabilmente con un viaggio.


Ancora prima di essere concepito l’uomo è già un viandante che deve esplorare le strade della vita che lo attende; a volte il percorso è diritto, piano e ben visibile regalando un cammino magari lungo ma se non altro agevole, altre invece questa via si fa improvvisamente tortuosa, impervia e in salita mentre altre ancora ci pone davanti a bivi che esigono scelte spesso molto sofferte. 

Ma se ognuno di noi tiene ben presente la propria origine di viaggiatore questo viaggio che è la vita potrà essere condotto sicuramente con una forza diversa data dalla consapevolezza che ancor prima di nascere ne abbiamo fatto uno ancora più straordinario e difficoltoso che ci ha resi vincitori già per il fatto di essere venuti al mondo.   

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