Le leggi della biologia tra studio della vita e metafora

 

La biologia, con le sue leggi e i suoi meccanismi evolutivi, offre una straordinaria metafora della vita stessa. Uno degli esempi più emblematici di questa dinamica è il caso dell'anemia falciforme, una malattia genetica che, nonostante causi problemi di salute, conferisce un vantaggio in determinate condizioni ambientali. Questo esempio mostra come in natura, così come nella dimensione immanente della vita, non esista nulla di assolutamente buono o assolutamente cattivo: ogni caratteristica, ogni situazione, ogni scelta porta con sé conseguenze che dipendono dal contesto in cui si manifestano.

L'anemia falciforme è causata da una mutazione nel gene della beta-globina, che porta alla produzione di globuli rossi di forma anomala, simili a falci. Questi globuli rossi tendono a ostruire i vasi sanguigni, causando dolore, danni agli organi e, nei casi più gravi, morte prematura. Tuttavia, nelle regioni del mondo dove la malaria è endemica, questa mutazione genetica non è stata eliminata dalla selezione naturale, anzi, si è mantenuta con una frequenza significativa.

Il motivo risiede nel fatto che gli individui eterozigoti per il gene dell'anemia falciforme, cioè coloro che ne possiedono solo una copia, godono di una protezione parziale dalla malaria. Il parassita responsabile della malattia, denominato Plasmodium falciparum, non riesce a completare il proprio ciclo vitale all'interno dei globuli rossi di questi individui, riducendo così la loro suscettibilità alla malattia. Questo vantaggio ha portato la mutazione a persistere nelle popolazioni di zone malariche, nonostante i rischi che comporta per gli individui omozigoti che ereditano due copie del gene e sviluppano la malattia in forma grave.

Questa realtà biologica si riflette in molti altri aspetti della vita. Spesso siamo portati a classificare eventi, persone e situazioni come positivi o negativi, in modo assolutistico, senza considerare le sfumature che ne costituiscono il contorno ma che invece, per quanto possano apparire evanescenti, sono fondamentali per delineare un quadro preciso e obiettivo. Tuttavia, proprio come accade in natura, ogni circostanza porta con sé sia vantaggi che svantaggi, e il valore di una determinata condizione dipende dal contesto in cui essa si manifesta.

Un esempio pratico può essere il fallimento in un progetto lavorativo: se visto in modo assoluto, può sembrare un evento negativo; tuttavia, vedendo la cosa da una diversa prospettiva, può trasformarsi in un'opportunità di apprendimento e crescita, spingendo una persona a migliorare e a trovare strade migliori per il futuro, confermando quel vecchio adagio che recita non tutto il male viene per nuocere.

La lezione della biologia ci insegna che la sopravvivenza non dipende dal perseguire un ideale astratto di perfezione, ma dalla capacità di adattarsi alle varie situazioni che la vita ci mette davanti. Così come la mutazione dell'anemia falciforme è dannosa in un ambiente privo di malaria ma vantaggiosa in uno infestato dal parassita, nella vita quotidiana le nostre azioni, decisioni e caratteristiche possono risultare vantaggiose o svantaggiose a seconda delle circostanze in cui ci troviamo.

La biologia ci mostra che nell’immanente non esistono leggi sempre valide a priori o, se preferite, verità assolute, lasciando la disputa riguardo queste alla dimensione trascendente: ciò che sembra negativo in un contesto può rivelarsi benefico in un altro. Questo principio può essere applicato alla vita in generale, aiutandoci a sviluppare una visione più equilibrata e resiliente nei confronti delle difficoltà e delle sfide. In fondo, la natura non giudica ma si adatta, evolve e trova sempre un modo per andare avanti.

Ciò detto, si potrebbe obiettare che l’essere umano possiede anche una dimensione spirituale che lo proietta in una dimensione trascendente costringendolo a fare i conti con la necessità di formulare valutazioni ed emettere giudizi di tipo etico, e, di per se stesso, questo fatto non costituirebbe un problema se solo ci si rendesse conto che l’ammettere, in questo campo, l’esistenza di verità assolute non equivale certo a possederle. Quando l’uomo esplora una dimensione che può solo sfiorare non può e non deve commettere l’errore di reclamare il possesso della verità e tantomeno di imporla agli altri: ogni volta che è stato compiuto questo doppio madornale sbaglio, non importa con quali intenzioni, ne sono derivate, nel corso della storia e anche nel presente, immani sciagure che hanno comportato e ancora comportano un inaccettabile costo in termini di vite umane perdute.


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