Memorie in Musica 1 - L'eco immortale di un pazzo diamante

 

Inizia con questo una serie di articoli dal titolo Memorie in Musica che ci porterà in viaggio tra le più belle canzoni della storia del rock. Canzoni che vanno oltre il loro status di composizione musicale: vere e proprie pietre miliari che hanno forgiato generazioni di giovanissimi, giovani e meno giovani che ne hanno fatto le colonne sonore delle loro vite. Più che di canzoni parlerei di opere d'arte senza tempo che hanno accompagnato i momenti importanti, felici e tristi, di milioni di persone che si sono identificate con le atmosfere evocate trovando ispirazione, conforto e risposte.

Non si poteva non iniziare con il brano di un gruppo che ha letteralmente scritto alcune tra le pagine più belle di questa meravigliosa storia: i Pink FloydNel loro vasto e cangiante universo musicale, pochi brani risuonano con la stessa profondità emotiva e complessità strutturale di Shine On You Crazy Diamond. Non è solo una traccia su vinile: è un'epopea, un monumento sonoro eretto in memoria di Syd Barrett, il geniale e tormentato fondatore della band. Inserita nell'album capolavoro Wish You Were Here del 1975, questa composizione è un viaggio attraverso il dolore, la nostalgia e, in definitiva, un commovente tributo all'amicizia e alla perdita.

L'atmosfera eterea che permea il brano è la sua caratteristica distintiva, un velo sonoro che avvolge l'ascoltatore fin dalle prime note e lo accompagna attraverso le sue diverse fasi.

L'introduzione è pura magia. Le note solitarie e languide del sintetizzatore di Richard Wright aprono il sipario su un paesaggio sonoro quasi cosmico e ipnotico. È un'apertura che evoca un senso di vastità e mistero, come se ci si trovasse sospesi nello spazio. Poi, la chitarra di David Gilmour entra con un riff inconfondibile, subito riconoscibile, che si dipana lentamente, tessendo una melodia malinconica ma profondamente evocativa. Questa sezione strumentale, lunga e meditativa, è un capolavoro di contenimento e atmosfera. Ogni nota sembra galleggiare nell'aria, creando un senso di vuoto e pienezza contemporaneamente. La batteria di Nick Mason e il basso di Roger Waters entrano delicatamente, fornendo una base ritmica quasi impercettibile che sostiene l'incanto sonoro. È in questa fase che l'ascoltatore viene completamente assorbito, preparato per il viaggio che verrà. L'etere si manifesta qui come un velo leggero di tristezza e reminiscenza.

Con l'arrivo della parte vocale, il brano assume una dimensione più terrena, pur mantenendo la sua aura eterea. Le parole, scritte principalmente da Roger Waters, sono un lamento affettuoso per Syd, un riconoscimento della sua "pazzia" geniale e della sua inspiegabile assenza. La voce di Gilmour (cui fa eco qualche strofa cantata da Waters), con la sua inconfondibile delicatezza, amplifica il senso di nostalgia e il desiderio di un contatto perduto. Il coro, con le sue armonie stratificate, aggiunge un tocco di grandiosità, quasi un'invocazione universale. È in questo momento che la commozione raggiunge il suo apice, un misto di tristezza e ammirazione per un talento bruciato troppo in fretta.

La seconda parte del brano (che in realtà è diviso in nove parti), che riprende dopo Welcome to the Machine, è un ritorno alle radici strumentali, ma con una complessità e un'intensità accresciute. Il sassofono di Dick Parry aggiunge una nuova tessitura sonora, un lamento ispirato al blues che si fonde perfettamente con le trame di chitarra e tastiera. Questa sezione è più dinamica, con momenti di maggiore energia, ma l'atmosfera non viene mai meno. Si trasforma, semmai, in un'aura di accettazione e di pace, un lento scivolare verso la conclusione. La coda finale, con il ritorno del tema iniziale e un graduale sfumare del suono, lascia un senso di sospensione, come se il diamante pazzo continuasse a brillare da qualche parte nell'infinito, lontano ma sempre presente.

Shine On You Crazy Diamond non è solo un tributo a Syd Barrett; è una meditazione sull'assenza, sulla memoria e sulla capacità della musica di elevare il dolore a una forma d'arte sublime. L'atmosfera surreale che evoca è il filo conduttore che lega tutte le sue parti, trasformando un lamento in un'esperienza sonora trascendente. È un brano che, anche a distanza di decenni, continua a brillare con una luce propria, un diamante incastonato nel firmamento della storia del rock.

Ricordi quando eri giovane
Brillavi come il sole
Continua a brillare, pazzo diamante
Ora c’è uno sguardo nei tuoi occhi
Come buchi neri nel cielo
Continua a brillare, pazzo diamante

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