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Visualizzazione dei post da luglio, 2025

Oltre il velo della volontà

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Nell'articolo precedente si era accennato al libero arbitrio; in questo scritto l'intenzione è di ritornare sull'argomento coinvolgendo le  neuroscienze  che stanno vivendo un'era di straordinarie scoperte, gettando luce sui meccanismi più intimi del cervello umano. Tuttavia, queste rivelazioni non sono prive di conseguenze filosofiche profonde, in particolare per la nostra comprensione secolare del libero arbitrio e della responsabilità personale. Man mano che la scienza svela le basi neurali delle nostre decisioni e azioni, emerge una questione inquietante: siamo veramente gli artefici della nostra volontà, o siamo piuttosto burattini mossi da fili invisibili di processi cerebrali inconsci? Una delle pietre angolari di questo dibattito è rappresentata dagli esperimenti condotti negli anni '80 dal neuroscienziato Benjamin Libet . Utilizzando l'elettroencefalografia ( EEG ), Libet e i suoi colleghi chiesero ai partecipanti di compiere un semplice movimento del...

La danza inquietante della realtà

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  Per secoli, la nostra comprensione del mondo si è basata su un'intuizione rassicurante: un universo prevedibile, governato da leggi ben definite, dove gli oggetti hanno proprietà intrinseche e la nostra osservazione non ne altera la natura fondamentale. Poi è arrivata la fisica quantistica , e con essa un terremoto intellettuale che ha frantumato queste certezze, gettando una luce inquietante sulla natura stessa della realtà, della coscienza e della causalità. Le sue scoperte, lungi dall'essere mere curiosità scientifiche, si intrecciano profondamente con domande metafisiche che hanno afflitto i filosofi per millenni, sfidando il nostro modo di percepire l'esistenza. Il cuore pulsante di questa sfida risiede nel " problema della misurazione " . Nel mondo macroscopico, un oggetto ha una posizione e una velocità definite. Ma a livello quantistico, le particelle esistono in uno stato di "sovrapposizione", un misto di tutte le loro possibili proprietà cont...

Dove c’è il niente nasce tutto

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  Viviamo in un’epoca ossessionata dalla presenza: presenza online, presenza fisica, presenza nei dati. Eppure, in tre delle più grandi discipline del pensiero umano - matematica, fisica e filosofia - ciò che è veramente rivoluzionario non è l’essere, ma l'esatto contrario. Nel vasto universo del pensiero umano  che celebra questa presenza (materia, quantità, risultati, accumulo), alcune idee emergono come pilastri fondamentali, pur rappresentando, paradossalmente, l'assenza. Lo zero in matematica, il vuoto in fisica e il nulla in filosofia sono tre di questi concetti. Ognuno, nella sua disciplina, esprime una forma di mancanza, ma in questo articolo scopriremo come l'assenza possa essere non solo significativa, ma addirittura creativa e fondante.  In queste poche righe esploreremo il "triangolo dell’assenza" , collegando lo zero matematico, il vuoto fisico e il nulla filosofico. Perché, come spesso accade, ciò che sembra insignificante è in realtà essenziale. ...

Dall'Agoghé all'aula moderna

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  Questo articolo, non senza una piccola vena provocatoria, vuole presentare un confronto improponibile (ma forse proprio per questo stimolante) tra rigore spartano e istruzione moderna. Trovo interessante mettere in relazione due mondi diversissimi divisi non solo nel tempo ma anche e soprattutto nella concezione di educazione, di ciò che è importante trasmettere ai propri figli.      L'antica Sparta , con la sua ineguagliabile enfasi sul rigore militare e la formazione del cittadino-soldato, rappresenta un modello di educazione quasi inimmaginabile nel contesto odierno. Al centro di questo sistema vi era l' Agoghé ( ἀγωγή) , un percorso formativo obbligatorio e totalizzante che plasmava i giovani spartani fin dall'età di sette anni. Oggi, mentre le istituzioni educative e i modelli genitoriali cercano nuove strade per affrontare le sfide di una società in continua evoluzione, emerge un contrasto stridente tra l'estremo rigore spartano e una tendenza, talvol...

La Matematica del Mare

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  Il mare, vasta distesa blu che ricopre gran parte del nostro pianeta, come ho già scritto nel precedente articolo dedicato alla sua chimica, è molto più di una semplice massa d'acqua. È un sistema dinamico complesso, un intricato balletto di forze e interazioni governato da precise leggi matematiche. Dalle maestose onde che si infrangono sulle coste alle invisibili correnti che modellano i fondali marini, fino agli equilibri delicati che sostengono la vita sottomarina, ogni aspetto dell'ambiente marino è intriso di principi matematici. Questo articolo a carattere divulgativo si propone di esplorare la "Matematica del Mare" , citando le equazioni che ne regolano il moto e le dinamiche, e quelle che descrivono le intricate relazioni ecologiche al suo interno, senza scendere nel dettaglio delle complicate regole matematiche che sarebbe necessario conoscere per comprendere a pieno il loro significato.  Il Moto delle Onde: Sinusoidi e Solitoni   Le onde marine, con ...

La Chimica del Mare

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  Il mare, una vasta distesa di acqua salata che copre oltre il 70% della superficie terrestre, è molto più di una semplice massa liquida. È un sistema dinamico e complesso, la cui chimica è fondamentale per la vita sul nostro pianeta. Dalla composizione elementare alle interazioni biogeochimiche, la chimica del mare influenza il clima, sostiene ecosistemi unici e offre risorse inestimabili. Questo articolo, pur mantenendo un carattere prettamente divulgativo, si propone di esplorare in profondità gli aspetti chiave della chimica marina. La composizione elementare: i mattoni del mare L'acqua di mare è una soluzione complessa di sali, gas e materia organica disciolti. Sebbene l'acqua (H₂O) sia il componente più abbondante, la sua salinità, ovvero la quantità totale di materiale disciolto in un chilogrammo di acqua di mare, è il parametro più distintivo. La salinità media globale è di circa 35 grammi per chilogrammo (o 35‰). I principali ioni responsabili della salinità son...