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Visualizzazione dei post da luglio, 2021

Il paradosso dei gelatai

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La parola paradosso deriva dall’unione di due vocaboli greci, παρά (parà = contro) e δόξα (doxa = opinione) . Il paradosso è dunque un ragionamento che, pur sembrando perfettamente logico, arriva a una conclusione contro l’evidenza dei fatti. Il paradosso dei due gelatai si discosta leggermente da questo schema per la situazione che prospetta ma costituisce un fulgido esempio della validità del celeberrimo proverbio “Chi troppo vuole nulla stringe” . Siamo in piena estate su una spiaggia lunga 1 chilometro e due gelatai si accordano per dividersi equamente la clientela; dividono idealmente la spiaggia in due porzioni da 500 metri collocandosi perfettamente al centro della propria area. Naturalmente ciò comporta che ognuno si troverà a 250 metri dal limite della spiaggia e la distanza tra loro è di 500 metri. Ecco la situazione: Poi, però, subentra nei due la cupidigia e, per guadagnare di più, iniziano lentamente a spostarsi verso il centro della spiaggia; in tal modo ognuno crede di

Cugini in guerra

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Estate 1914, il mondo è sull’orlo della Prima Guerra Mondiale  per una serie di vicende, simili a una reazione a catena, seguite all’attentato di Sarajevo nel quale hanno perso la vita il Granduca Francesco Ferdinando , erede al trono dell’ Impero Austro-Ungarico , e sua moglie Sofia per mano di uno studente serbo-bosniaco di nome Gavrilo Princip . L’assassino fa parte di una congiura nella quale, fin da subito, appare chiara la complicità del governo serbo per cui l’Austria è decisa a muovere guerra contro lo stato slavo. A spingere l’impero asburgico a muovere guerra al piccolo stato balcanico c’è la Germania del Kaiser Guglielmo II , il Secondo Reich, che in quel momento è una potenza militare ed economica di prim’ordine e ha mire espansionistiche smisurate. E’ lo stesso Kaiser che assicura al vecchio imperatore FrancescoGiuseppe , ormai ultra ottantenne, che si è visto privare del suo erede al trono, l’appoggio militare in caso di conflitto armato, incoraggiandolo a prendere la n

La lista del molibdeno

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Roma, Palazzo Venezia , sabato 26 agosto 1939. Hitler ha ormai deciso di appiccare il fuoco all’Europa; tra pochi giorni invaderà la Polonia dando il via alla Seconda Guerra Mondiale e il suo alleato Benito Mussolini , colto anche lui di sorpresa dalla decisione del fuhrer, ha riunito i capi di stato maggiore dell’esercito. Stando a quanto stabilito nel Patto d’Acciaio firmato pochi mesi prima l’Italia dovrebbe entrare in guerra al fianco della Germania. Ma c’è un grande problema; l’Italia, che negli anni precedenti ha condotto operazioni militari in Africa e in Spagna, versa in condizioni economiche disastrose e non può permettersi quegli investimenti in nuovi armamenti e materiali operati dalle altre potenze europee che le consentirebbero di avere un esercito moderno. Si deve quindi trovare il modo di tenersi fuori, almeno per il momento, senza perdere la faccia con il potente alleato germanico. Una sorta di scappatoia l’ha offerta, senza volerlo, proprio Hitler il giorno prima qu

Attacco al potere

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Azioni come Il regicidio o anche l’uccisione di un capo di stato o di governo provocano nella popolazione reazioni molto forti, oserei dire viscerali, che si amplificano esponenzialmente allorquando sono la conseguenza di un complotto ordito da una nazione straniera che compie un atto che oggi definiremmo di terrorismo internazionale. Però questa situazione non si verifica spesso: nella maggior parte dei casi l’omicidio di un leader è il risultato di una decisione presa in ambito interno. E’ il caso di Re Filippo II di Macedonia che fu assassinato da una delle sue guardie del corpo, un certo Pausania, membro di una congiura interna della quale, secondo alcuni storici antichi e moderni, faceva parte anche la terza moglie, Olimpiade , da cui il re aveva da poco divorziato, che voleva favorire l’ascesa al trono del figlio Alessandro ; quest’ultimo, dopo aver eliminato tutti gli altri potenziali pretendenti, diede inizio ad un periodo di grandi conquiste che culminarono nell’abbattimento

Processo ai vincitori

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Siamo verso la fine della seconda Guerra del Peloponneso , sanguinoso conflitto combattuto per circa 27 anni dalle due principali poleis greche , Sparta e Atene , conseguenza di una consolidata tradizione di ostilità tra queste, interrotta solo dalle guerre persiane di cinquanta anni prima. Anche se la vittoria finale sta per arridere a Sparta, c'è ancora il tempo per gli Ateniesi di cogliere un importante successo navale, dal momento che la evidente superiorità degli opliti spartani nella battaglie di terra è controbilanciata dalla maggiore abilità degli Ateniesi negli scontri in mare. Le Isole Arginuse si trovano a est di Lesbo e, nel 406 a.C., sono il teatro di una vittoria della flotta ateniese comandata da otto strateghi contro le triremi spartane agli ordini dall’ammiraglio Callicratida , succeduto nel comando al più dotato Lisandro . Le navi ateniesi, di nuova produzione, hanno saputo cogliere la vittoria grazie proprio all’abilità dei loro comandanti che ha sopperito a

Un cavaliere senza macchia e senza paura

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La vicenda della Guerra di Troia , posta a cavallo tra mito e realtà, affascina il genere umano da oltre tremila anni per merito di narratori che hanno cantato le gesta degli eroi che l’hanno combattuta. Primo tra tutti Omero , personaggio anch’egli per certi tratti leggendario che ha consegnato alla posterità una delle opere letterarie più belle e famose di tutti i tempi, l’ Iliad e , poema che narra un episodio del nono anno della guerra voluta dagli Achei per riparare l’onta del rapimento di Elena , moglie del Re di Sparta Menelao , da parte di Paride , principe troiano figlio del Re Priamo . Tanti sono i nomi di guerrieri che combattono questa guerra citati da Omero, sia tra le fila degli assedianti che tra quelle dei difensori, ma due di loro si elevano al di sopra di tutti: uno è Achille , Re di Ftia , il più forte tra i Greci; noto per la sua invincibilità, in grado di piegare, da solo, diverse schiere nemiche, è capace di provare sentimenti estremi, amore incondizionato per g

Storia di una leggenda

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Siamo nell’estate del 480 a.C. e l’immenso esercito dell’imperatore Serse ( Erodoto , lo storico che narra questi eventi, esagerando, parla addirittura di oltre un milione di uomini) sta per invadere la Grecia e il suo obiettivo principale è la città di Atene. Solo poche migliaia di Greci cercano di sbarrargli la strada al Passo delle Termopili , una zona molto stretta compresa tra il Monte Callidromo e il Mare Egeo. La scelta di questo passo è obbligata perché potrebbe consentire a poche migliaia di uomini di sbarrare il passo ad un esercito molto più grande. A comandare questo plotone di Greci ci sono i trecento di Leonida , l’élite dell’esercito spartano. Leonida è uno dei due re di Sparta e, anche se partecipa all’impresa con soli 300 uomini, la sua guardia personale, è stato posto al comando perché gli Spartani sono ritenuti i guerrieri più forti e valorosi di tutta la Grecia. Essi sono infatti professionisti della guerra e, fin dall’infanzia, sono addestrati unicamente al combat

Tacito e il Terzo Reich

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De origine et situ Germanorum , meglio nota come Germania , è un’opera di Publio Cornelio Tacito scritta intorno all’anno 98 in cui l'autore esalta il popolo germanico descrivendone il coraggio in battaglia, la rettitudine dei costumi e la moralità. Dal momento che lo stesso Tacito non ha mai visitato i luoghi e le popolazioni che descrive si ritiene che abbia attinto ad informazioni contenute in un’opera perduta di Plinio il Vecchio . Addirittura alcuni studiosi moderni credono che in realtà il popolo di cui si parla non sono i Germani ma i Celti.  La stesura originale dell’opera è andata perduta ma questa è confluita in un manoscritto miscellaneo del nono secolo, successivamente ampliato, contenente anche il Bellum troianum di Ditti Cretese e l’ Agricola dello stesso Tacito. Dal momento che fu ritrovato nel 1902 nella biblioteca del Conte Aurelio Baldeschi Balleani a Jesi venne denominato Codex Æsinas cioè Codice Esinate.  Durante il periodo della dittatura nazista di Adolf

Il mito della Terra piatta

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E’ piuttosto diffusa l’idea che nell’antichità e nel medioevo tutti ritenessero la Terra piatta e che solo dopo l’impresa di Cristoforo Colombo ci si è resi conto della sfericità del nostro pianeta. Questa è però pura fantasia dal momento che già Aristotele porta inconfutabili motivazioni per ritenere che la forma della Terra sia assimilabile ad una palla poiché proietta sulla superficie della luna un’ombra sempre circolare, cosa che un unico solido è in grado di fare, cioè la sfera. Seppure non vogliamo scomodare il grande Aristotele , d’altra parte, è noto che tutti i naviganti già dall’antichità avevano osservato un fenomeno molto evidente: all’approssimarsi della terraferma, le prime parti che apparivano alla vista erano le cime delle montagne e ciò era possibile solo se la superficie del mare era incurvata.  Si potrebbe allora pensare che questa conoscenza degli antichi sia andata perduta durante i cosiddetti secoli bui del medioevo, ma neanche questo è vero. Se vediamo su un lib

La Bibbia alla lettera

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Ancora oggi molti sono convinti che, dal momento che nella Bibbia ci sono affermazioni che nel corso degli anni sono state smentite dalle nuove scoperte scientifiche, tutto ciò che vi è scritto, quindi anche quelle parti non riconducibili alla descrizione di fenomeni naturali, è frutto unicamente della fantasia dei suoi autori e che in nessun caso questo libro possa essere il frutto dell’ispirazione divina di una verità che poi, in certi passi, è stata tradotta in forma mitica secondo un consolidato genere letterario molto in uso all’epoca. Troppo nota è la vicenda di Galileo Galilei il quale, affermando il movimento della Terra introno al Sole secondo la teoria copernicana che in quegli anni si andava affermando contro la vecchia visione tolemaica sposata dalla Chiesa, fu processato dall’Inquisizione e costretto ad abiurare. Anche il racconto della Genesi, il primo libro della Bibbia, che parla della creazione è bersaglio di attacchi, perché apparentemente si esprime in termini t

Protagonisti nell'ombra

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  Quando si studiano gli avvenimenti del passato troppo spesso ci si concentra sugli episodi eclatanti e sui personaggi in vista senza tenere conto che ci sono tante persone che, pur non essendo state sotto i riflettori della storia, hanno dato il loro fondamentale contributo affinché gli eventi prendessero determinate pieghe piuttosto che altre. Ci sono uomini che, pur non avendo comandato eserciti in battaglia o partecipato a riunioni in cui si prendevano importanti decisioni politiche, hanno talmente influenzato gli avvenimenti del loro tempo tanto da poter affermare senza tema di smentita che "hanno fatto la storia". E' il caso di due nomi che forse al grande pubblico non dicono molto ma che hanno contribuito a dare al corso di un avvenimento così importate come la Seconda Guerra Mondiale un andamento tale da imprimere svolte decisive per la vittoria degli alleati contro le forze dell'Asse Roma-Berlino-Tokyo. Non si sono mai incontrati ne conosciuti e ognuno di lo

Salutiamo il Re

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Oggi nei quarti di finale del Torneo di Wimbledon , i Championships come ama definirlo chi lo ritiene la più importante manifestazione tennistica al mondo, è forse calato un importante sipario sulla carriera del più grande giocatore di tutti i tempi, Sua Maestà Roger Federer , classe 1981.  A Londra, sul leggendario Centre Court dell’ All England Lawn Tennis and Croquet Club (questa la denominazione del più famoso circolo tennistico del pianeta) la leggenda di King Roger si è dovuta inchinare più che all’ottimo Hubert Hurkacz , giocatore polacco in grande ascesa, al cospetto dell’inesorabile scorrere del tempo che colpisce non solo i mortali ma anche gli dei. Lo score di 6/3 7/6 6/0, che non lascia adito a recriminazioni, è una sentenza senza appello per chi ha fatto la storia del tennis vincendo venti titoli del Grande Slam (i tornei di Melbourne, Parigi, Londra, New York), di cui ben otto proprio a Wimbledon (è un record assoluto), ma che, al tempo stesso, non scalfisce minimamente